giovedì 20 settembre 2012

5.500 Km (E PIÚ) DI FELICITÀ E INCANTO, OVVERO...LE AVVENTURE DI UN ARCOBALENO IN VACANZA

Avviso ai lettori: il racconto potrebbe essere 1 po' lungo, ma quando ce vò...ce vò!!!

La storia inizia una buia sera di fine luglio, nel pieno dell'inverno Apurimeño (qui lo chiamanoinverno...tutti vorremmo avere un inverno così, da felpettina al massimo!), con una giovine trafelata e allegra, in trepida attesa per l'inizio della tanto desiderata avventura vacanziera in ottima compagnia. Pullman AbancayLima, dalle Ande alla costa, Oceano Pacifico, 16 ore di viaggio per arrivare nella grigia capitale; ore che ormai, anche se possono spaventare un po', non sono poi neanche così terribili.
Dopo mesi e mesi di attesa, finalmente arriva la tanto desiderata compagnia, pronta a bruciare chilometri e chilometri per scoprire le bellezze della terra che fu degli Inkas. Prima tappa: breve soggiorno a LIMA, quel caotico mostro gigantesco abitato da quasi 9 milioni di persone. Dato il poco tempo, le tappe sono obbligate: il centro, con la sua Plaza da Armas, Plaza San Martín, il lungo Rimac e la vista contrastante dei cerros con le sue case coloratissime, una sopra all'altra, dove però regna la povertà. Poi in combi verso Miraflores, uno dei distretti piùbelli(nel senso occidentale e capitalistico del termine) di Lima, che potrebbe essere benissimo una qualsiasi città europea: palazzoni, sfarzo, centri commerciali, in corsa contro il tempo all'occidentalizzazione. Insieme a Barranco, quartiere attiguo, sono veramente un'altra realtà, sembrano un mondo a parte, dominato però dal grigio che caratterizza la capitale limeña: la garúa! L'umidità che regna sovrana si condensa in questa nebbiolina fine e persistente che a sua volta trattiene la marea di smog che c'è qui, olè!


Bien, è il momento della seconda tappa: ABANCAY! H@me sweet h@me. Anche qui soggiorno breve, ma con una destinazione ben precisa: Santuario Nacional del Ampay. Si parte prestissimo per scalare la montagna dell'Apu (dio) che veglia sulla cittadina e raggiungere prima la laguna Angasqocha a 3250 m, e poi andare su su a 3750, alla laguna Uspaqocha. Davvero belle belle belle e apparentemente incontaminate, un piccolo paradiso!


Il tempo scorre veloce e non fa sconti, quindi altro giorno, altra corsa, tappa numero tre: CUSCO o Cuzco, che dir si voglia. L'ombelico del mondo, la città che ha quel nonsoché che ti cattura, che affascina: il Mercado Central de San Pedro, l'immancabile Plaza de Armas, la centrale Avenida del Sol, il barrio freak di San Blas, il mercato artigianale...il sole caldo e splendente nel cielo terso, e il freddo pungente che arriva non appena Inti (il sole in quechua) si ritira per riposarsi.


All'indomani, ancora nel pieno della notte è già ora di una nuova avventura: la SELVA. Tappa numero quattro. In quanto avventurieri, appunto, non poteva mancare il viaggio della speranza; nel giro di mezza giornata si passa dai 3500 m di Cusco, agli appena 550 mslm della piccola Salvación, capitale del distretto di Manu, che giace beata, calda e immobile, lungo le sponde del río Alto Madre de Dios, nella Selva peruviana. Bene, mezzo: pullman-catorcio del 1920, capienza: 50 posti (credo), persone a bordo: un numero imprecisato, ma molto superiore al normale, per non contare borsine, borsette, borsone dalle dimensioni mai viste, contenti chissà-che-cosa, che ogni mamacita porta con sé.
Non si può non menzionare poi, la simpatica abitudine dei conducenti peruviani di viaggiare sempre con il finestrino abbassato, incuranti della temperatura esterna, e se poi siete nella stagione fredda a Cusco...ve lo raccomando! 
3 ore, sosta in quel di Paucartambo, prima di incamminarsi lungo la strada stretta e sterrata, con pericoli vari ed eventuali annessi. Lungo il sentiero, incontri ravvicinati con colossi a 8 (?) ruote, pericolosi ponti da superare, il suggestivo bosco di neblina e il caldo che si fa sentire.
Arrivo a Pillcopata, regione del Manu e punto di connessione con la nostra meta. Altro mezzo, sempre più afa, e via!...il pulmino si avventura nella fitta vegetazione, lasciandosi alle spalle villaggi isolati, attraversando il Río e ciondolano da 1 parte all'altra. Dopo 12 ore di viaggio 1 po' rocambolesche, finalmente riusciamo a pestare il suolo di Salvación!
Salvación è un paesino molto minimal, qualche viuzzola, i soliti negozietti che vendono di tutto, gente apparentemente nullafacente e poco altro; potrebbe essere considerata l'anticamera del incantato e rigoglioso mondoselvatico: qualche minuto di camminata e si è già nel cuore del polmone verde.
La mala sorte non ci lascia mai soli e questa volta si manifesta con una serie di acquazzoni interminabili (nel pieno della stagione secca!) che ci costringono a cancellare alcune delle attività in programma. Nonostante le disavventure però, riusciamo a fare escursioni notturne, giri in zattera, gita all'albero gigante, il più longevo della selva, olé!...un po' in stile Lara Croft de 'noartri, attrezzati di binocolo, vestiario e attrezzi del mestiere, attraversiamo il fiume sulle barchettine tipiche, avvistiamo animali setolosi, formiche tagliatrici e trasportatrici di foglie, scimmie, uccelli dai colori e forme particolari, ragni, gallinacei punk, capibara, pappagalli, milioni di farfalle, alberi che stritolano altri alberi, le dimenticate lucciole notturne e persino formicai e termitai enormi!


Per proseguire nel viaggio, Cusco ci richiama a come punto di ripartenza per la tanto attesa meta. Si va in macchina fino a Ollantaytambo e poi via, sulle rotaie peruviane in direzione Aguas Calientes! Magari questo paesello superturistico, agghindato solo e solamente per gli avventori di passaggio, non vi dice niente, ma... MACHU PICCHU?!?...vi ricorda qualcosa per caso :)?!? Quinta tappa. Si va sullamontagna vecchia(dal quechua Machuvecchio, Pikchucima/montagna) a piedi, partenza prima del sorger del sole, scalino per scalino si va da Aguas Calientes fin su ai 2500 m di quella che è considerata una delle 7 meraviglie del mondo. La nostra fedele compagna di viaggio tascabile, l'immancabile guida, ci avvisa che non è possibile entrare con acqua, cibo, etc....eeeeeeeeeeeh?!?...vabbè, ubbidiamo, ma giusto passata l'entrata ci accorgiamo che non è esattamente così! Nonostante i divieti, i machu picchani hanno con di tutto e di più, arrivano persino a campeggiare beati tra i verdi spazisacri, con le guardie incuranti di tutto ciò. Prosciugamento idrico a parte, il complesso archeologico è a dir poco incantevole, con la luce dell'alba poi! Che dire, qualsiasi fatica,vale in tutto e per tutto la vista e la visita!
Per non farci mancare niente, ci arrampichiamo anche sulle ripide scale che portano al Huaynapicchu, la montagna attigua che ospita il tempio della luna, luogo a cui accorrevano un tempo le giovani donne inka per portare le loro offerte alla regina della notte (secondo la visione andina, Inti, il dio Sole rappresentava l'uomo, la dea Luna rappresentava la donna e dalla loro unione nascevano indovinate un po'?...le stelle!!!). Voto: 10!


Next stop: PUNO, LAGO TITICACA. Tappa n°6. Le ferrovie peruviane ci hanno riportato a Ollantaytambo e il pulmino ci ha traghettato per l'ennesima volta a Cusco, dove abbiamo potuto visitare il Koricancha, antico tempio inka dedicato al dio Sole, sulle cui fondamenta è stato costituito l'odierno Convento di Santo Domingo. 
È stata quindi la volta dei 4000 metri di Puno, tra fraintendimenti, aria rarefatta e mamacitas che mi chiedono di nascondere merce non esattamentelegaleper sfuggire ai controlli della polizia; poi?...gita per visitare i paesini vicini: Ichu e la stupenda vista del Lago Titicaca e subito dopo Chucúito, con il suo particolare Tempio della Fertilità, eheh.
Infine, nonostante i nostri tentativi di evitare tour troppo turistici, abbiamo dovuto cedere e siamo andati a visitare le isole galleggianti, conosciute anche come Islas Flotantes.


Altro giro, altra corsa, altra tappa, la settima: AREQUIPA.
La vacanza sta per giungere al termine, ma ogni attimo è prezioso e quindi bisogna godersi al massimo la ciudad blanca, così chiamata per il Sillar, la pietra con la quale è stata costruita la maggior parte dei principali edifici della città. Lei ci accoglie calda e splendente, con i vulcani che la circondano (il Misti, il Chachani, e il Pichu Pichu) a fare da sfondo.
Inutile dirlo, non può mancare una puntatina in Plaza de Armas, la visita al Monasterio Santa Catalina, un'affascinantemini città nella città, l'elegante quartiere di San Lazaro, il variopinto Mercado Central (sempre lui!) e, dulcis in fundo, l'enorme Canyon del Colca. Questo lunghissimo canyon, offre degli spettacoli unici, arricchiti dalla Croce del Condor, luogo incantato dove, durante la bella stagione, la mattina si posso veder tanti condor sorvolare il canyon, intenti a procacciarsi il cibo; il tutto a pochi metri dalle testoline dei turisti con il naso all'insù, in estasi come fossero bambini.


Ultimo lungo viaggio con l'adorato mezzo di trasporto, leitmotif e perché no, nostro personale ostello ambulante per gran parte della vacanza, the bus! È l'ora della tappa numero otto: PARACAS. Dopo monti, camminate, aria rarefatta, visite nel polmone verde amazzonico, immancabili dis/avventure, poco riposo e tantissime fotografie, ritorniamo sulla costa ad ammirare l'oceano e le bellezze che lo cullano.
Al mare purtroppo, questa volta vale il dettoguardare, ma non toccare, il fatto è che qui agosto non è la stagione più azzeccata per fare il bagno, infatti di turisti ce ne sono ben pochi e i timidi avventori spuntano la mattina presto per visitare le Isole Ballestas, abitate da pinguini vanitosi, simpatiche otarie, e uccelli di tutti i tipi, la maggior parte produttori di guano. 
Per concludere in bellezza, niente popòdimeno che la gita alla Riserva Nazionale in bici, sfidando il ventaccio; ciclisti solitari (era davvero deserto!) in un deserto infinito, con neanche un'anima all'orizzonte! Basta una parola...spettacolo! Il modo perfetto per finire l'avventura girovaga.




E siccome il lavoro chiama, si fa capolino a Lima, dove ognuno, chi in aereo, chi per l'ennesima volta in pullman, con le emozioni ancora fresche e vivide e tanta felicità nel cuore, anche se con un po' di malinconia, ritorna alla propria tana per riprendere il normale corso della vita quotidiana.

L'arcobaleno, dalla sua umile dimora, vi saluta e vi dà appuntamento a presto!
Keep in touch!

Baciotti a tutti ☺