Llinque
è una piccola, ma rigogliosa, nonché fangosa e isolata, comunità
contadina che si trova nel distretto di Toraya, provincia di
Aymaraes, abbarbicata a 3800 m sulle Ande...tutto sembra rimasto come, mi immagino, forse era da noi negli
anni '30 o prima...casette fatte con mattoni in adobe, un
impasto di fango e paglia, niente bagno in casa, solo dei buchi nel
terreno racchiusi da 4 mura, sparsi per le verdi pendici del piccolo
paesino. Più in basso nella vallata ci sono i campi coltivati di
ogni famigliola...le sementi che hanno piantato sono parte del
progetto di sviluppo produttivo e recupero della memoria che stiamo
portando avanti qui.
Ma...andiamo
con ordine...Llinque dista da Abancay 150 km, potrebbe sembrare
vicino, peccato però che qui i tempi di percorrenza non sono
esattamente uguali ai nostri...infatti, nonostante la partenza super
mattutina, ho sprofondato x la prima volta i piedi nella fangosa
terra di destinazione, solo dopo 7 ore di viaggio...e che viaggio!
...il
mezzo?...una vecchia e scassatissima station wagon, riempita
all'inverosimile con tutto l'occorrente da portare ai comuneros,
gli abitanti della comunità...
Persone
a bordo: 7!!!..qua funziona così...senza troppi problemi...ci stai
in macchina?...bene...allora salta su, dài!...in particolare, gli
ultimi 25 km sono stati piuttosto problematici; infatti, una volta
imboccato il sentiero sterrato che portava a destinazione, la vecchia
carretta ha cominciato a mostrare i primi segni di cedimento...vuoi
per il carico per così dire “importante”, vuoi per la strada
ancora piena di fango, risultato delle continue piogge che
imperversano quassù...abbiamo fatto “su e giù” dal bolide in
pensione un bel po' di volte per riuscire ad arrivare, anche se con
una ruota sgonfia e sporchi di fango fino alle ginocchia, a Llinque nel pomeriggio!
Qui
la vita scorre tranquilla nella sua ruralità...maiali, oche,
galline, tacchini, cavalli e gli immancabili cagnoloni, girovagano
liberi tra l'erbetta umida e verdeggiante; le donne indossano tutte
il vestito tipico: gonna, sandali, lunghe trecce e il cappello a
completare l'opera...gli uomini invece, smessi gli abiti da lavoro
dei campi, si rifugiano dietro il loro poncho caldo e
avvolgente...il tutto per quell'insieme variopinto di colori che
caratterizza il Sudamerica.
Le case sono piuttosto freddine e buie, le comunicazioni alle 40 famiglie (circa) che popolano questo centro abitato vengono fatte da un locale costituito appositamente e dotato di microfono, che in una sorta di radiodiffusione avvisa, informa, chiama a raccolta, convoca riunioni, diffonde musica e, dato che c'è un solo telefono fisso, chi riceve una chiamata viene avvisato così!...come accadeva in spiaggia d'estate quand'ero piccola “Pincolpallino è desiderato al telefono da...”.
Inoltre,
nonostante, le dimensioni ridotte, Llinque ha la sua posta, una
piccola scuola, ma soprattutto, nella piazzetta principale, in tutta
la sua umiltà e la sua forza, si erge una riproduzione del Ojo
que llora, un singolare e suggestivo,
nonché controverso, monumento costruito in memoria delle circa
70.000 vittime causate dal conflitto armato interno in Perù negli
anni compresi tra il 1980 e il 2000 che si trova a Lima.
Il
memoriale della comunità è stato costruito dagli stessi comuneros,
alcuni vittime dirette delle violenze, in una loro personale e
simbolica azione di recupero della memoria, con la volontà di
mantenere vivo, il seppur doloroso, ricordo di ciò che è avvenuto, e
delle persone che non ci sono più.
Dopo
un giro di ricognizione tra le coltivazioni, 2 chiacchiere con i
maestri della scuola e con il presidente della comunità, ci
ripariamo dal freddo che inizia a scendere e consumiamo un
sostanzioso pasto nella casa di una giovane famigliola che ci offre
le sue leccornie.
Poi
è il momento di mettersi all'opera...la riunione è convocata nel
club delle madres, bisogna allestire la sala, sistemare le sedioline
e accogliere i comuneros e i loro bimbi irrequieti. Sono ore
interessantissime quelle che seguono...il rapporto si fiducia
che si è creato tra l'ONG e gli abitanti della comunità permette di
raccogliere con soddisfazione i progressi e i successi del progetto
che sta portando avanti APRODEH.
Si tratta di un progetto di sviluppo
produttivo e recupero della memoria storica: durante il periodo del
conflitto armato interno i contadini di queste aree di montagna (e
non solo) furono costretti a fuggire e lasciare tutto a causa della
violenza; una delle ripercussioni di questo periodo storico buio, è stata la perdita delle coltivazioni e degli allevamenti tradizionali, con
conseguente innalzamento del livello di denutrizione e scarsa varietà
di prodotti coltivati all'interno del sistema di produzione,
dedicato quasi esclusivamente all'autoconsumo.
Per
questo, nel corso del progetto sono state consegnate delle sementi,
con corso di abilitazione annesso, ed ora, si provvederà anche alla
consegna di cuyes. In aggiunta, si faranno delle interviste
per poter scrivere un libro su come si viveva prima della violenza,
cos'è successo durante quegli anni e com'è la situazione attuale.
Due
giorni intensi e ricchi di sensazioni, abbelliti da un inaspettato
arcobaleno a concludere la fugace esperienza...la prima di tante
altre ☺.
Dai, ora ne so un po' di più :)
RispondiElimina