sabato 14 aprile 2012

Llinque...

Llinque è una piccola, ma rigogliosa, nonché fangosa e isolata, comunità contadina che si trova nel distretto di Toraya, provincia di Aymaraes, abbarbicata a 3800 m sulle Ande...tutto sembra rimasto come, mi immagino, forse era da noi negli anni '30 o prima...casette fatte con mattoni in adobe, un impasto di fango e paglia, niente bagno in casa, solo dei buchi nel terreno racchiusi da 4 mura, sparsi per le verdi pendici del piccolo paesino. Più in basso nella vallata ci sono i campi coltivati di ogni famigliola...le sementi che hanno piantato sono parte del progetto di sviluppo produttivo e recupero della memoria che stiamo portando avanti qui.
Ma...andiamo con ordine...Llinque dista da Abancay 150 km, potrebbe sembrare vicino, peccato però che qui i tempi di percorrenza non sono esattamente uguali ai nostri...infatti, nonostante la partenza super mattutina, ho sprofondato x la prima volta i piedi nella fangosa terra di destinazione, solo dopo 7 ore di viaggio...e che viaggio!
...il mezzo?...una vecchia e scassatissima station wagon, riempita all'inverosimile con tutto l'occorrente da portare ai comuneros, gli abitanti della comunità...
Persone a bordo: 7!!!..qua funziona così...senza troppi problemi...ci stai in macchina?...bene...allora salta su, dài!...in particolare, gli ultimi 25 km sono stati piuttosto problematici; infatti, una volta imboccato il sentiero sterrato che portava a destinazione, la vecchia carretta ha cominciato a mostrare i primi segni di cedimento...vuoi per il carico per così dire “importante”, vuoi per la strada ancora piena di fango, risultato delle continue piogge che imperversano quassù...abbiamo fatto “su e giù” dal bolide in pensione un bel po' di volte per riuscire ad arrivare, anche se con una ruota sgonfia e sporchi di fango fino alle ginocchia, a Llinque nel pomeriggio!
Qui la vita scorre tranquilla nella sua ruralità...maiali, oche, galline, tacchini, cavalli e gli immancabili cagnoloni, girovagano liberi tra l'erbetta umida e verdeggiante; le donne indossano tutte il vestito tipico: gonna, sandali, lunghe trecce e il cappello a completare l'opera...gli uomini invece, smessi gli abiti da lavoro dei campi, si rifugiano dietro il loro poncho caldo e avvolgente...il tutto per quell'insieme variopinto di colori che caratterizza il Sudamerica.

Le case sono piuttosto freddine e buie, le comunicazioni alle 40 famiglie (circa) che popolano questo centro abitato vengono fatte da un locale costituito appositamente e dotato di microfono, che in una sorta di radiodiffusione avvisa, informa, chiama a raccolta, convoca riunioni, diffonde musica e, dato che c'è un solo telefono fisso, chi riceve una chiamata viene avvisato così!...come accadeva in spiaggia d'estate quand'ero piccola “Pincolpallino è desiderato al telefono da...”.
Inoltre, nonostante, le dimensioni ridotte, Llinque ha la sua posta, una piccola scuola, ma soprattutto, nella piazzetta principale, in tutta la sua umiltà e la sua forza, si erge una riproduzione del Ojo que llora, un singolare e suggestivo, nonché controverso, monumento costruito in memoria delle circa 70.000 vittime causate dal conflitto armato interno in Perù negli anni compresi tra il 1980 e il 2000 che si trova a Lima.
Il memoriale della comunità è stato costruito dagli stessi comuneros, alcuni vittime dirette delle violenze, in una loro personale e simbolica azione di recupero della memoria, con la volontà di mantenere vivo, il seppur doloroso, ricordo di ciò che è avvenuto, e delle persone che non ci sono più.
 
Dopo un giro di ricognizione tra le coltivazioni, 2 chiacchiere con i maestri della scuola e con il presidente della comunità, ci ripariamo dal freddo che inizia a scendere e consumiamo un sostanzioso pasto nella casa di una giovane famigliola che ci offre le sue leccornie.
Poi è il momento di mettersi all'opera...la riunione è convocata nel club delle madres, bisogna allestire la sala, sistemare le sedioline e accogliere i comuneros e i loro bimbi irrequieti. Sono ore interessantissime quelle che seguono...il rapporto si fiducia che si è creato tra l'ONG e gli abitanti della comunità permette di raccogliere con soddisfazione i progressi e i successi del progetto che sta portando avanti APRODEH. 



Si tratta di un progetto di sviluppo produttivo e recupero della memoria storica: durante il periodo del conflitto armato interno i contadini di queste aree di montagna (e non solo) furono costretti a fuggire e lasciare tutto a causa della violenza; una delle ripercussioni di questo periodo storico buio, è stata la perdita delle coltivazioni e degli allevamenti tradizionali, con conseguente innalzamento del livello di denutrizione e scarsa varietà di prodotti coltivati all'interno del sistema di produzione, dedicato quasi esclusivamente all'autoconsumo.
Per questo, nel corso del progetto sono state consegnate delle sementi, con corso di abilitazione annesso, ed ora, si provvederà anche alla consegna di cuyes. In aggiunta, si faranno delle interviste per poter scrivere un libro su come si viveva prima della violenza, cos'è successo durante quegli anni e com'è la situazione attuale.
Due giorni intensi e ricchi di sensazioni, abbelliti da un inaspettato arcobaleno a concludere la fugace esperienza...la prima di tante altre ☺.

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